domenica 23 marzo 2008

Buona Pasqua a tutti!

Il nome Pasqua deriva dall'ebraico PESACH (aramaico PASCHA) passaggio, liberazione, dall'ebraico PASACH, passare oltre. Si riferisce all'angelo sterminatore e alla decima piaga d'Egitto quando l'angelo della morte "passò oltre" le porte segnate con il sangue dell'agnello, risparmiando così i primo geniti.
Dalla nascita del Cristianesimo il passaggio è quello dalla morte alla Vita, la Resurrezione di Cristo.

Una curiosità: presso i nostri cugini anglosassoni Pasqua si dice Easter. In tedesco invece si dice Ostern.
Queste due parole derivano da Eostre, divinità germanica legata alla fertilità e alla primavera, alla rinascita della natura dunque.

Sia l'origine delle uova di pasqua, prima vere poi solo dal 1900 di cioccolata, sia quella dei coniglietti (o lepri) di Pasqua, sono entrambe da collegarsi a miti precristiani e pagani in cui questi simboli erano senza dubbio legati alla fertilità.

venerdì 21 marzo 2008

L'etimologia della settimana 6: Crisalide


Crisalide: dal greco khrusallis, -idos; da khrusos "oro", probabilmente per il colore del bozzolo.

Vi riporto anche la definizione del Grande Dizionario Utet, perché particolarmente significativa:

1 In molti insetti, specialmente Lepidotteri Coleotteri e Ditteri: stadio larvale durante il quale l'insetto ha già assunto la forma adulta e attende la metamorfosi finale sospeso a un filo sericeo o rinchiuso in bozzolo di seta
2 figurato: stadio di uno sviluppo, di un processo ancora incompleto

Per completare la nostra riflessione etimologica vi riporto una poesia meravigliosa scritta ormai un secolo fa da un giovane Goriziano che conobbe un destino tragico: sto parlando di Carlo Michelstaedter. Per chi volesse saperne di più (spero che siate in molti) vi mando all'indirizzo di Wikipedia che contiene in calce una serie di link molto interessanti e utili, dai quali potrete leggere anche molte altre sue poesie.
Se invece volete comprare un bel libro guardate presso l'editore Adelphi che ha pubblicato diversi suoi libri.

Un ultima cosa prima di lasciarvi alla lettura di questa bellissima poesia. Sappiate che Carlo si è sparato il 17 Ottobre 1910 davanti alla sua tesi di Laurea "La Persuasione e la Rettorica" a soli 23 anni.

Il canto delle crisalidi

Vita, morte,
la vita nella morte;
morte, vita,
la morte nella vita.

Noi col filo
col filo della vita
nostra sorte
filammo a questa morte.

E più forte
è il sogno della vita -
se la morte
a vivere ci aita

ma la vita
la vita non è vita
se la morte
la morte è nella vita

e la morte
morte non è finita
se più forte
per lei vive la vita.

Ma se vita
sarà la nostra morte
nella vita
viviam solo la morte

morte, vita,
la morte nella vita;
vita, morte,
la vita nella morte. -

Carlo Michelstaedter

lunedì 17 marzo 2008

Ah l'amore!


L'amore romantico, l'amore solare, l'amore entusiasta...
L'amore è una realtà meravigliosa, ma questo lo sapevate già!
Il sesso fa parte di questa realtà ed è ammantato di mille ambiguità.
C'è il sesso giocoso, quello tenero e dolce, quello selvaggio ed animalesco.
Poi ci sono le mille altre forme forse più dark, spesso alienanti.
Ma una cosa, svelataci bene da Freud e che tutti ormai sanno è che amore (sesso incluso) e morte sono tutt'uno.
Da dove viene questo binomio, questo legame così stretto?

Nessuno lo sa, ma guardate un po' da dove nasce Afrodite, grande dea dell'amore!

- Mes chers enfants, fils d'un père coupable, si vous voulez obéir, nous tirerons vengeance de l'action injurieuse de votre père, car, le premier, il a médité un dessin cruel. Elle parla ainsi et la crainte les envahit tous, et aucun d'eux ne parla. Enfin, ayant repris courage, le grand et subtil Kronos répondit ainsi à sa mère vénérable : - [170] Mère, certes, je le promets, j'accomplirais cette vengeance. En effet, je n'ai plus de respect pour notre père, car, le premier, il a médité un dessein cruel. Il parla ainsi, et la grande Gaia se réjouit dans son cœur. Et elle le cacha dans une embuscade, et elle lui mit en main la faux aux dents tranchantes, et elle lui confia tout son dessein. Et le grand Ouranos vint, amenant la nuit, et, sur Gaia, plein d'un désir d'amour, il s'étendit tout entier et de toutes parts. Et, hors de l'embuscade, son fils le saisit de la main gauche, et, de la droite, il saisit la faux horrible, immense, [180] aux dents tranchantes. Et les parties génitales de son père, il les coupa rapidement : et il les rejeta derrière lui. Et elles ne s'échappèrent point en vain de sa main. Toutes les gouttes qui en coulèrent, sanglantes, Gaia les recueillit; et, les années étant révolues, elle enfanta les robustes Erinnyes et les grands Géants aux armes éclatantes, tenant en main de longues lances, et les Nymphes que sur la terre immense on nomme Mélies. Et les parties qu'il avait coupées : Kronos les mutila avec l'acier, et il les jeta, de la terre ferme, dans la mer aux flots agités. [190] Elles flottèrent longtemps sur la mer, et une blanche écume jaillit du débris immortel, et une jeune fille en sortit. Et, d'abord, vers la divine Kythérè celle-ci fut portée ; et, de là, dans Kypros entourée des flots. Elle aborda, la belle et vénérable Déesse, et l'herbe croissait sous ses pieds charmants. Et elle fut nommée Aphroditè, la Déesse aux belles bandelettes, née de l'écume, et Kythéréia, par les Dieux et par les hommes. Aphroditè, parce que de l'écume elle avait été nourrie, et Kythéréia, parce qu'elle aborda Kythérè ; et Kyprigénéia, parce qu'elle arriva dans Kypros entourée des flots, [200] et Philommèdéa, parce qu'elle était sortie des parties génitales.

Quella che vi ho messo qui è la traduzione della Teogonia di Esiodo di Charles Marie René Leconte de Lisle particolarmente bella e poetica.

Per chi volesse leggerla in Italiano vi metto qui il link alla traduzione italiana da cui ho preso l'estratto che riporto qui sotto:

«Figli che a un padre senza pietà generai, se volete udirmi, or vendicare potremo gli affronti del padre vostro, che ai vostri danni rivolse per primo il pensiero». Cosí disse; ma tutti coglieva terrore, né alcuno parlava. Il grande Crono fe' cuore, l'accorto pensiero, ed alla sacra madre si volse con queste parole: «O madre, io ti prometto di compier l'impresa: ad effetto la recherò: ché nulla del tristo mio padre m'importa: ché egli ai nostri danni rivolse per primo la mente». Cosí rispose; e molto la Terra, l'immane, fu lieta. Ed in agguato allora lo ascose, ed in mano gli pose quella dentata falce, l'inganno tramò tutto quanto. E venne Uràno, il grande, recando la notte, e bramoso.Esiodo Teogonia 5 d'amor, tutto incombé su la terra, su lei tutto quanto si stese; ed ecco il figlio, la manca avventò dall'agguato, ad afferrarlo, impugnò con la destra la falce tremenda, lunga, dentata, e al padre d'un colpo recise le coglie, e dietro sé le gittò nel mare, ché via le portasse. ERINNI, GIGANTI, NINFE MèLIE Né fu che senza effetto gli uscissero quelle di mano; però che quante lí ne sprizzarono stille di sangue, le accolse tutte quante la Terra; e col volger degli anni, l'Erinni generò tremende, e gl'immani Giganti, lucidi in armi, strette nel pugno le lunghe zagaglie, e quelle Ninfe che Mèlie son dette sovressa la terra. AFRODITE E le vergogne, cosí come pria le recise col ferro, dal continente via le scagliò nell'ondísono mare. Cosí per lungo tempo nel pelago errarono; e intorno all'immortale carne sorgea bianca schiuma; e nutrita una fanciulla ne fu, che prima ai santissimi giunse uomini di Citèra. Di Cipro indi all'isola giunse. E qui dal mare uscí la Dea veneranda, la bella; ed erba sotto i piedi suoi morbidi crebbe; e Afrodite la chiamano gli Dei, la chia mano gli uomini: ch'ella fu dalla spuma nutrita: Ciprigna anche è detta, da Cipro ov'ella anche approdò: Citerèa perché giacque a Citera; e genïale perché dalle membra balzò genitali.

Crono (il tempo) evira Urano (il cielo) che possedeva Gea (la terra) senza sosta.
Dalle gocce di sangue nacquero le Erinni, vendicatrici dei delitti familiari e dai genitali di Urano buttati a mare, confusa nel bel mezzo di una schiuma spermatica, sorse Afrodite, dea dell'amore!

Ricordate dunque, uomini tutti, che la bellezza e l'amore più alto nacque da una violentissiima e cruente castrazione!

L'etimologia della settimana 5: ORCHIDEA
















Cosa c'è di più bello di un'orchidea in fiore scorta un po' nascosta durante una serena passeggiata primaverile. Quel fiore dal petalo sensuale, denso, luminoso e attirante sprigiona da sé un'enorme energia erotica.
Ma perché?
Ancora una volta l'etimologia risponde alle nostre curiosità!

Orchidea: dal greco òrchis, propriamente testicoli, dalla forma del tubero dell'orchidea che ricordò a Plinio il Vecchio quella dei genitali maschili.

Ecco allora svelato il mistero.

Per farvi un regalo vi metto un estratto delle Storie Naturali di Plinio:

liber xxvi
lxii
95

Sed inter pauca mirabilis est orchis herba sive serapias, foliis porri, caule palmeo, flore purpureo, gemina radice testiculis simili, ita ut maior sive, ut aliqui dicunt, tenuior ex aqua pota excitet libidinem, minor sive mollior e lacte caprino inhibeat. quidam folio scillae esse dicunt leviore ac minore, caule spinoso. radices sanant oris ulcera, thoracis pituitas, alvum sistunt e vino potae.


But there are few plants of so marvellous a nature as the orchids or serapias, a vegetable production with leaves like those of the leek, a stem a palm in height, a purple flower, and a twofold root, formed of tuberosities which resemble the testes in appearance. The larger of these tuberosities, or, as some say, the harder of the two. taken in water, is provocative of lust; while the smaller, or, in other words, the softer one, taken in goat's milk, acts as an antaphrodisiac. Some persons describe this plant as having a leaf like that of the squill, only smoother and softer, and a prickly stem. The roots heal ulcerations of the mouth, and are curative of pituitous discharges from the chest; taken in wine they act astringently upon the bowels.

Molto carina e completamente disponibile in inglese è la traduzione che potete trovare gratuitamente sulla rete: Second English translation by John Bostock and H. T. Riley, 1855 di cui sopra vedete un piccolo pezzettino.

E ricordate: In nomine consequentia rerum!

foto di Raffaele Severi

giovedì 13 marzo 2008

Fred e il popolo dei disillusi.


Ho ripreso in mano (o meglio nelle orecchie) due vecchi cd con i più grandi successi di Fred Buscaglione. Li ascolto mentre vado al lavoro da ormai una settimana.
Sono stato invaso da un senso di rabbia e di nostalgia.
Nelle sue canzoni si sente tutta la voglia di vivere, un po' spavalda, all'italiana.
Il secondo dopoguerra è stato doloroso e difficile, ma quanta fiducia era riposta nel futuro. Dopo quegli anni durissimi finalmente c'era un popolo e una nazione (una Repubblica) che voleva nascere e diventare adulta. Si, perché era una nazione adolescente e in quanto tale vogliosa di novità, entusiasta, ciaciarona. Era il volto autentico dell'Italia. Quella che oggi non c'è più.

Siamo noi il popolo dei disillusi. Adolescenti invecchiati prima del tempo. Giovani adulti che non credono più in nessun possibile cambiamento sociale se non in quello che mi piace chiamare l'alternativa individuale. Siamo un popolo disperato. Mai più di ora, in questo momento di schizofrenia elettorale, ciò era saltato con tanta chiarezza ai nostri occhi.

Bene, dopo questa brevissima considerazione inattuale vi lascio con un testo del grande Fred che per fortuna continua a sollazzarci con il suo magnifico swing!
A presto!

VOGLIO SCOPRIR L’AMERICA !!!

Il signor Cristoforo Colombo
che la terra fosse tonda sospettò
e così per scoprire un nuovo mondo
alla corte di Spagna si recò

Lo disse alla Regina,
lo disse pure al Re
e l’indoman mattina
lo disse ad altri tre
Ed i dotti venuti a Salamanca
seduti sulla panca
lo stettero a sentir!

Voglio scoprir l’America,
New York e il Dixieland
la gomma che si mastica
al tempo di jazz band
Voglio scoprir l’America,
il gioco del baseball
i gangster che passeggiano
col mitra ad arma col!

Finalmente incontrerò Jesse il bandito
pranzerò con Shan-Gai- Li
con il capo dei sioux Toro seduto
e col grande Buffalo Bill

Voglio scoprir l’America
non ditemi di no
tre caravalle datemi
io ve la scoprirò

S’affannò Cristoforo Colombo
ma quei dotti che lo stavano a sentir
certi che non ci fosse un nuovo mondo
lì per lì non lo vollero capir

lo seppe la Regina
lo seppe pure il Re
e l’indoman mattina
lo sepper gli altri tre
e così ritornato a Salamanca
ai dotti sulla panca
Colombo ancor parlò

Voglio scoprir l’America
la Marilyn Monroe
la donna supersonica
che l’atomo spezzò

vive laggiù in America
la bella Marilyn
che ancheggia assai più morbida
di un ritmo medium swing

Ha più curve di una strada di montagna
chi la vede può impazzir

figuratevi signori che cuccagna
se io la potrò rapir
Se scoprirò in America
la Marilyn Monroe
signori miei contateci
io qui ve la porterò

Ed i dotti
saliti sulla panca
muovendo un poco l’anca
gli dissero di sì

Per farvi un regalo vi aggiungo anche il link del video di "Che bambola"!